Rappresentata nel 408 a.C. "Pluto" è l'ultima delle commedie superstiti di Aristofane, che in essa effonde un vigore di fantasia particolarmente libero e intenso. Il protagonista è un povero contadino, Cremilo, erede di quella lunga teoria di emarginati sociali cui Aristofane affida, nel suo teatro, il compito di esprimere un desiderio di eversione nei confronti del reale percepito come negativo e iniquo.
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Mentre Atene, travolta dal conflitto con Sparta, precipita verso la definitiva sconfitta di Egospotami (405 a.C.), la delusione e l'amarezza per l'inarrestabile agonia producono in Aristofane una straordinaria felicità inventiva. Il suo vagheggiamento del passato sfocia nella creazione di mondi fantastici, come negli Uccelli, commedia dell'evasione totale, giocata sull'utopia comica di un immaginario ed etereo regno in cui le leggi d...